Museo Civico Gaetano Filangieri

Qualche mese fa avevo scritto di Via Duomo detta anche la Strada dei Musei per la presenza di ben otto musei lungo il suo percorso. Oggi voglio parlarvi in particolare del Museo Civico Gaetano Filangieri che custodisce la ricca collezione di dipinti, sculture, armi, porcellane e libri antichi che Gaetano Filangieri, principe di Satriano, volle donare alla città di Napoli.

Il Museo Civico Gaetano Filangieri fu inaugurato l’8 novembre 1888 per volere di Gaetano Filangieri che istituì il museo per salvare il quattrocentesco Palazzo Como costruito per il ricco mercante Angelo Como. Infatti, l’edificio, splendido esempio di architettura rinascimentale toscana con facciata rivestita di bugnato liscio e rustico, nel 1881, stava per essere abbattuto per consentire l’ampliamento di Via Duomo ma, il principe propose all’amministrazione comunale di usare il palazzo come sede della sua collezione d’arte. Palazzo Como fu così smantellato e ricostruito arretrandolo di circa 20 metri rispetto alla posizione originaria. Durante la Seconda Guerra Mondiale parte della collezione fu trasferita nel deposito di San Paolo Belsito che però, il 30 settembre del 1943, fu dato alle fiamme dai tedeschi in ritirata. Dopo la fine della guerra, grazie all’appello del sovrintendente alle gallerie napoletane Bruno Molajoli, il museo fu riaperto grazie ad alcune famiglie napoletane che donarono le loro opere d’arte.

La visita inizia al piano terra, dove si trova la Sala Carlo intitolata a Carlo Filangieri, padre di Gaetano, che fu un famoso generale del Regno Napoletano che fu nominato ministro della guerra e fu insignito anche del titolo di Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro. La sala è divisa in tre campate grazie alle grandi volte a vela decorate con un mosaico a fondo oro in cui sono inseriti lo stemma e i nomi dei più importanti esponenti della famiglia Filangieri realizzato dalla Fabbrica Salviati di Venezia. Tra le opere esposte in questa sala, ci sono busti ottocenteschi di Francesco Jerace e Tito Angelini, armi e armature orientali sette – ottocentesche, il modellino di palazzo Como e il sepolcro quattrocentesco di Nicola d’Alagno.

Attraverso la monumentale scala elicoidale si sale al piano superiore, dove si trova la Sala Agata dedicata ad Agata Moncada di Paternò, madre del principe. La sala è illuminata da un lucernario di ferro e vetro e presenta un bellissimo pavimento maiolicato, sul cui fondo si ripetono la cifra e l’arme dei Filangieri, realizzato dagli allievi del Museo Artistico Industriale di Napoli. All’ingresso della sala si trovano due ritratti del principe e un Ritratto di giovinetto di Luca della Robbia. Lungo le pareti sono esposti dipinti di grandi maestri del XVII – XVIII secolo tra cui Jusepe de Ribera, Andrea Vaccaro, Francesco Solimena, Jakob Philipp Heckart e Heinrich Friedrich Fuger. Un passetto di legno permette l’accesso al passaggio pensile in cui si trovano grandi vetrine con porcellane di diverse manifatture, pastori e vasi etruschi.

Il ballatoio conduce alla Biblioteca del Principe arredata con mobilio d’epoca e decorazioni a maiolica che rendono l’ambiente raffinato e contemplativo. Negli scomparti della biblioteca sono contenuti libri e riviste, acquistati dal Filangieri. Al centro della stanza si trova la scrivania su cui sono poggiati alcuni documenti sciolti e gli occhiali del principe.

Per pianificare al meglio una visita vi lascio il link al sito del museo.

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